L’improntamento sui proiettili: effetti della composizione chimica

The forensic odyssey 2018 EAFS

Nella pratica di balistica forense, uno dei quesiti più diffusi è quello finalizzato ad accertare se un proiettile sia stato sparato o meno da una specifica arma. Tale accertamento viene compiuto mediante comparazione fra il proiettile oggetto di indagine e uno sparato appositamente con l’arma sospetta, detto proiettile test.
Tale comparazione è focalizzata sull’osservazione dell’improntamento prodotto sulla superficie del proiettile dal passaggio all’interno della canna. Questa infatti possiede caratteristiche morfologiche di tipo microscopico, causate sia dal processo di fabbricazione, che dall’uso, abuso, usura e corrosione, che sono uniche. Tali imperfezioni rendono quindi le superfici di un’arma da fuoco adatte a ottenere una univoca identificazione.
Per ottenere il proiettile test bisognerebbe utilizzare le stesse munizioni utilizzate per l’evento criminoso, e quando ciò non fosse possibile sarebbe opportuno sceglierle “il più possibile analoghe”. Tale analogia raramente viene valutata concentrandosi sulla composizione chimica del proiettile. Questo studio ha lo scopo di esplorare il valore aggiunto che l’analisi chimica potrebbe fornire a tale scelta.

Lo studio è stato presentato nel 2018 all’ottava conferenza dell’European Academy of Forensic Science, organizzata a Lione dalla Préfecture de Police, dall’Institut National de Police Scientifique e dall’Institut de Recherche Criminelle de la Gendarmerie Nationale. Lo studio è stato poi presentato in svariate altre conferenze internazionali.

Forensic 2019